Business Continuity Plan per sopravvivere al coronavirus

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20.3.2020

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Le riflessioni di Siro Migliavacca, General Manager di Security Lab Advisory: società specializzata in Business Continuity Management.

L’Ufficio Federale della Sanità Pubblica (UFSP) ha emesso, nel 2018, la nuova edizione del “Piano svizzero per pandemia influenzale”, importantissimo documento destinato agli organi responsabili della sanità pubblica a livello federale e cantonale, finalizzato alla protezione della vita e della salute della popolazione. Esso illustra in modo mirato la strategia di preparazione del sistema sanitario svizzero a una pandemia (è interessante anche la citazione riportata: “If you fail to plan, you are planning to fail”, di Benjamin Franklin).

L’UFSP ha inoltre prodotto il “Piano Pandemico”, in collaborazione con la Commissione Federale per la preparazione e la risposta alle Pandemie (CFP) e la Segreteria di Stato dell’Economia (SECO). Questo manuale è indirizzato alle aziende e riporta utili indicazioni sulle misure di prevenzione da adottare in caso di pandemia (per proteggere i collaboratori da un’infezione) nonché sulle misure organizzative necessarie a mantenere operativa l’azienda.

Le principali indicazioni sono quindi state date, eppure moltissime aziende del Ticino non hanno ancora predisposto il loro “Piano Pandemico”. Come mai?Molto spesso il Management delle aziende non sente la minaccia così incombente; né crede davvero che le conseguenze per il business possano diventare tanto critiche. Ci capita non di rado, quando incontriamo le aziende e parliamo dell’opportunità di predisporre il "Piano di Gestione delle Crisi" e il "Piano di Business Continuity", di sentire frasi del tipo: “Sì, lo faremo; ma possiamo aspettare ancora un po’... cosa pensa che succeda, non capiterà il disastro proprio domani, no?!”.

Ora il “domani” è arrivato e tutti si stanno precipitando ad esaminare cosa sia meglio fare, come tenersi aggiornati sull’evoluzione della situazione, sul procedere della diffusione del virus, sulle indicazioni provenienti dalle Autorità. Tutti, insomma si trovano nella necessità di avviare subito la costruzione del piano di gestione della crisi che oramai è alle porte.

Le aziende hanno ora la necessità di individuare sia le soluzioni per proteggere il personale e diminuire il rischio d'infezione, sia le soluzioni specifiche, adeguate al loro business e alle particolarità della loro organizzazione. Perché? Per prevenire l’interruzione dell’operatività ed essere comunque preparati a reagire, tenendo conto dei diversi livelli di criticità degli scenari che si potranno presentare, in modo da garantire comunque la produzione e l’erogazione dei servizi ai clienti e non subire, a causa delle conseguenze del coronavirus, danni e perdite economiche disastrose.

Alcuni hanno avviato modalità di smart working perché avevano già preparato gli strumenti necessari e gli specifici accordi con il personale; altri stanno cimentandosi per la prima volta ad applicare queste modalità di lavoro. Alcuni hanno avviato predefiniti piani di alternanza nel lavoro; altri stanno programmando ora la presenza alternata dei dipendenti nello stesso ufficio... e via via altre soluzioni, attentamente valutate e selezionate in base a ciascun contesto specifico.

Indipendentemente dal settore e dalla dimensione dell’azienda, è necessario analizzare quali sono le attività più “critiche”, affinché non subiscano interruzioni troppo lunghe; quali risorse e quali forniture sono necessarie per garantire la continuità operativa ad un livello (seppur minimo) almeno sufficiente per evitare effetti negativi disastrosi. Bisogna intervenire con competenza, concretezza e pragmatismo, sempre con la massima attenzione a costruire un “Piano su misura”, tenendo conto di quanto elevato potrebbe essere il danno qualora l’azienda fosse costretta a fermarsi per tanti giorni...

E voi avete stimato le possibili perdite economiche da coronavirus? Avete individuato le priorità? Avete definito le strategie di risposta al cambiare dei diversi possibili scenari?

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